Arte di Parole: Classifica dal 16° al 43°


Premio Letterario Nazionale Arte di Parole

Premiazione III Edizione 2013 – 2014

16 - "Il sole dentro" di Ilaria Spaziani
Liceo scientifico Innocenzo XII di Roma 2 (RM)
Decente l’idea che presenta la trama del racconto. Solo che il testo è troppo breve per essere anche commentato ulteriormente.

17 - "Le doppie vite" di Simona Bartolotta
Classe IV C del Liceo scientifico di Santa Teresa di Riva (ME)
Il tema del doppio è un topos oramai troppo ordinario per non creare uno strano effetto di straniamento nel lettore. Tuttavia la scelta del doppio, dell’altro da sé, rende il racconto di particolare interesse. Il ritmo narrativo è demandato volutamente all’oscillare tra la realtà dei fatti e la riflessione sugli eventi.

18 - “Bellissima” di Cristina Fenu
Classe III G Liceo ginnasio G. Asproni di Nuoro (NU)
L’uso sconsiderato di termini colloquiali o di similitudini non sempre appropriate rende difficile la lettura del testo. Il ritmo interrotto da frasi fatte, simili a slogan, non rende onore all’idea del testo che comunque non stupisce nella sua prevedibilità.

19 - “Bianco” di Alessia Colle
Classe II B del Liceo classico G. Dal Piaz di Feltre (BL)
Interessante viaggio interiore, ben raccontato e con i tempi narrativi giusti. L’Autore si esprime con chiarezza di linguaggio e dona al lettore l’impressione di dove voglia condurlo: in viaggio per mano nella sua testa.

20 - “Solo un cerchio” di Linda Fontana
Classe V E del Liceo classico linguistico L. A. Muratori di Modena (MO)

Lo spezzettamento delle sensazioni reiterate nel testo rende difficoltoso l’impadronirsi del discorso. Il testo è reso vivo da immagini di sogni che avrebbero potuto essere maggiormente elaborate.

21 - “Coscienza” di Adriana Merenda
Classe III A del Liceo classico B. Telesio di Cosenza (CS)

L’artista che interpreta una parte, l’artista che cerca una parte; uomo e donna che desiderano se stessi: un tema ricorrente – si direbbe universale – che viene coraggiosamente affrontato in questo racconto. Lo stile, segmentato nel discorso, intende suggerire i movimenti dell’animo ma non sempre raggiunge in pieno quella profondità che l’Autore sembra ricercare.

22 - “Chiudi gli occhi” di Marco Ambrosini
Liceo classico Leonardo da Vinci di Molfetta (BA)
Il racconto presenta alcuni interessanti spunti per sviluppi futuri ma alcune ingenuità stilistiche rallentano un po’ la lettura della storia. La trama oscilla tra il genere fantasy e un realismo alterato da tale impostazione. Interessante comunque la struttura narrativa del testo.

23 - “Molla i freni” di Mariangela Volonnino
Liceo scientifico Federico II di Svevia di Potenza (PZ)
Dolce racconto che muove sulla falsariga dei ricordi di infanzia. E la crescita determina il “confine”, tema guida dell’elaborato. La crescita – che si manifesta nell’idea e nella struttura narrativa giovane e priva di manierismi - da un lato permette di muovere una critica alla benpensante società sul tema dell’omofobia ma dall’altro non si ritrova nella scelta del linguaggio.

24 - “Sæglópur" di Silvia Mazzei
Classe IV Ds del Liceo scientifico N. Copernico di Prato (PO)
Recidere i legami col passato per vivere un presente proiettato nel futuro è una scelta di vita; come esprimere tale concetto nella pratica dello scrivere una scelta narrativa. L’Autore riesce bene nel suo intento, sebbene a scapito della trama che appare a tratti un po’ troppo prevedibile.

25 - “Una panchina” di Alessandra Mulè
Classe II A del del Liceo classico Carducci - Dante di Trieste (TS) 
Racconto profondo e di una tensione narrativa non a tutti accessibile. La panchina, intesa come luogo-limite sulla quale accadono lunghi viaggi nel vissuto di uno degli attori di questa pièce teatrale, fa da contrappunto con la sua staticità al veloce divagare del monologo interiore dell’autore/personaggio. Ben scritto e buona l’attenzione ai particolari “scenografici” nella descrizione degli eventi.

26 - “Tra vita e morte” di Simona Peluso
Classe III e dell’I.I.S.S. G. Ferraris di Taranto (TA)
Calderon de la Barca insegna: il racconto è ben strutturato e ben ponderato nel suo oscillare tra descrizione degli eventi e monologhi interiori del personaggio principale. I punti di riferimento interni al monologo sono logicamente ben strutturati, ma solo grazie alla descrizione degli eventi il lettore esterno ricompone i pezzi di questo breve racconto-puzzle. Rimane decisamente la curiosità di leggere altro dello stesso Autore.

27 - “Speranza o illusione?” di Marta Giuffrida
Catania (CT)
… scrivere è sperare e vivere, tramite quel po’ d’inchiostro, un mondo migliore. L’autore ha le idee chiare su questo e il suo racconto mostra in pieno questo suo intento. Sebbene qualche ingenuità linguistica faccia storcere la bocca al lettore appassionato, nella stessa bocca rimane con disappunto l’amaro perché meriterebbe leggere altre pagine di questo giovane Autore.

28 - “Ebrem” di Giuseppe Allocca
Classe II D del Liceo V. Imbriani di Napoli (NA)
Brevissimo racconto che coniuga bene la nostalgia dell’emigrante col problema della clandestinità, in un mondo in cui regna però ancora lo struggimento per la poesia che solo precisi ricordi sanno procurare. Suggestioni che richiederebbero uno sviluppo ulteriore, per arrivare ad essere un racconto compiuto.

29 - “Questioni di vicinato” di Elisa Bottani
Classe IV Cl dell’I.S.I.S. Gramsci Keynes di Prato (PO)

Il racconto è ben strutturato e ha uno svolgimento lineare e ben comprensibile. La metamorfosi della protagonista, propiziata da un evento accidentale, è un po’ scontata ma sicuramente credibile.

30 - “La bella addormentata nel buio” di Giulia Borzi
Classe II B del Liceo classico C. Eliano di Roma (RM)
Sebbene il titolo richiami troppo esplicitamente qualcosa di ben conosciuto, prevenendo in parte l’”ingenuo” lettore, il racconto mostra una maturità inaspettata nella gestione delle riflessioni interiori che ci vengono mostrate. Un autore da tenere in considerazione per le sue opere future.

31 - “Oltre la linea” di Giorgio Di Domenico
Classe IV E del Liceo scientifico F. Enriques di Livorno (LI)
Le parole fluiscono veloci, nel monologo interiore prodotto dall’Autore. Il ritmo delle sue paure e delle elaborazioni razionali per sopravvivere a se stesso trova una pausa nell’uso degli aggettivi; uso a volte ridondante ma comunque funzionale al mood del racconto. Il confine si determina nella possibile risonanza dei sentimenti espressi dall’Autore in relazione a quelli del lettore. Unica nota dolente: man mano che la conclusione si avvicina, la narrazione si banalizza un po’. Nell’insieme rimane comunque un interessante lavoro che presenta una struttura narrativa stabile.

32 - “Una giornata con Michael” di Marco Pagliocca
Classe III Bls dell’I.S.I.S. Gramsci Keynes di Prato (PO)
Probabilmente uno dei racconti più maturi. La trama è ben strutturata e – sebbene l’enfasi ossessiva nei confronti della vittima lasci già presagire il finale, bruciando la sorpresa – l’Autore denota una maturità nel trattare temi che potrebbero sembrare scabrosi. Si consiglia – qualora non lavesse già fatto – l’ascolto del disco di David Bowie Outside 1: The Ritual Art-Murder of Baby Grace Blue: A non-linear Gothic Drama Hyper-Cycle.

33 - “Sogni di bambino” di Sara Borca
Liceo linguistico V. Gioberti di Torino (TO)
Il puzzle di immagini e sensazioni trascina il lettore in un clima non-logico. Un frastagliarsi di rimandi tra i protagonisti apre a un mondo di specchi, proiezioni e interpretazioni, che comunicano una difficoltà di senso. Si sente la necessità di un’interpretazione autentica dell’Autore.

34 - “La melodia del crepuscolo” di Carolina Buttinelli
Liceo classico Claudio Eliano di Palestrina (RM)

Sorta di diario intimo, nella prima fase del racconto, il testo cede poi il passo a un racconto tra il noir e l’horror. La trama avrebbe avuto bisogno di uno spazio maggiore per trovare il respiro proprio che avrebbe decretato un ritmo più disteso alla narrazione.

35 - “Pazzo, pazzo... Pazzo!” di Chiara Giugni
Classe I Be dell’I.S.I.S. Gramsci Keynes di Prato (PO)
Lodevole il tentativo di costruire una sceneggiatura muovendosi nelle poche pagine a disposizione. Non ancora matura la gestione degli aggettivi e delle figure retoriche, mancanza che restituisce al lettore il senso del racconto ma senza mai condurlo per mano nel luogo dove l’Autore presumibilmente avrebbe voluto.

36 - “L’altra sponda del ruscello” di Alice Stefani
Vicenza (VI)

Il tema del confronto con l’altro da se stesso è trattato con creatività e leggerezza. Una leggerezza intesa non come banale, ma come valore aggiunto, scelta stilistica che porta l’Autore a trattare la frattura che l’estraneità e l’incomprensione producono in modo non convenzionale e gioioso. Non per tutti, il racconto merita comunque di essere letto.

37 - “Sono rimasto là” di Mihaela Iftimie
Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Verona  (VR)

Un viaggio interiore nella memoria individuale della protagonista. La trama fluisce correttamente mentre il mondo si mostra nudo, per quello che è. Il tempo interiore si espande mentre i luoghi e gli eventi familiari contribuiscono a non perdere l’orientamento. Peccato per qualche piccola ingenuità stilistica qua e là. L’Autore merita comunque un’attenzione per le sue prossime produzioni.

38 - “Sguardi” di Gaia Capitaneo
I.S.I.S. Gramsci Keynes di Prato (PO)
Il tema del confine passa, duplicemente, attraverso la percezione del proprio corpo e lo sguardo che gli altri ne restituiscono. Interessante l’oscillare tra le due protagoniste, che assumono la figura dell’eroe e dell’antieroe ma solo se il racconto viene letto cercandovi una morale. Sebbene lo stile denoti una certa ricercatezza, alcuni aggiustamenti avrebbero reso maggior giustizia all’idea originale, creando nel testo un ritmo più sincopato.

39 - “Dopo la morte” di Chiara D’Urso
Classe V G del Liceo scientifico di G. Salvemini di Sorrento (NA)
Curiosa la scelta stilistica che mostra con piacere una struttura poco convenzionale. Le convenzioni logiche però fanno a tratti stridere il testo, mostrando il racconto ingenuo: avere molte paure – sebbene esse possano essere anche giustificate – non esclude a priori la possibilità di amare! La causa della rottura di quella apparente “stabilità” nel racconto non sorprende e se il racconto tiene è grazie alla scelta iniziale del modello narrativo fantascientifico.

40 - “Castello di carte” di Celeste Battaglini
Milano (MI)
Interessante la prospettiva visuale che il testo presenta, come se il racconto fosse stato pensato per un mediometraggio. Ingenuità diffuse ed errori (un marocchino è un abitante del Marocco e non un modo per descrivere il colore della pelle di qualcuno: come può mancare, a un marocchino, l’Eritrea?!) abbattono però ben presto l’interesse per la lettura.

41 -  “Vite parallele” di Sara Pavani
Prato (PO)
Un racconto dinamico, ben ritmato e interessante negli scambi tra i personaggi. A tratti però la trama diviene prevedibile, una maggiore cura nelle scelte stilistiche per creare una suspense che non appare nel racconto avrebbe certamente dato più enfasi al finale emotivo.

42 - “Il cammino di Flogisto” di Fosca Zanone
Classe III A Rio del Liceo classico G. e Q. Sella di Biella (BI)
Il racconto sembra scimmiottare la sceneggiatura di un film fantasy, ma con delle ingenuità stilistiche e linguistiche che fiaccano un bel po’ il contenuto. Anche il senso della trama, a tratti, non è di facile accesso: i personaggi richiamano alla mente quelli di Lewis Carrol (o del film Lorax) e si perde il dialogo tra il viaggio interiore e il senso – molto prevedibile e mai descritto in modo chiaro – del viaggio nel mondo al di là dell’ordinario.

43 - “Verso la libertà” di Maria Parente
Liceo scientifico V. Vecchi di Trani (BT)
Il tema della clandestinità è una scelta di tutto rispetto, soprattutto considerato l’eccesso di comunicazione che lo investe. Sebbene i media parlino costantemente del problema, tacciono il più delle volte i risvolti più umani e per questo atroci del fenomeno. Coraggiosa – e umana – la scelta del tema che però avrebbe potuto essere sviluppato maggiormente, soffermandosi magari sul contrasto tra la brutalità e la dolcezza del rapporto tra i due personaggi.



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