13 Dicembre 2020

La casa di Teresa - Melissa Turchi (di Teresa Paladin)


 

La casa di Teresa di Melissa Turchi: le sorprese della vita spalancano orizzonti nuovi

 
La casa di Teresa di Melissa Turchi: le sorprese della vita spalancano orizzonti nuovi

ITALIA - In pochi giorni  la prospettiva di vita di Gloria, protagonista de La casa di Teresa di Melissa Turchi (Augh edizioni),  muta completamente e lei si ritrova in un nuovo cammino, più libera e più appagata  di quanto potesse immaginare. Anche quando nell’immediato appaiono dolorose, le sorprese della vita spalancano orizzonti nuovi.

Gloria ha 40 anni quando inizia la settimana più importante della sua vita. Il romanzo parte dall’ ammissione (l’epigrafe è di George Saunders) che  per tutti esiste la malsana attitudine all’ egoismo,  ma ciò non esclude la possibilità di cambiare prospettiva  facendo appello alla versione più autentica e importante della nostra personalità, quella dominata da  una coraggiosa e generosa capacità di gentilezza, che raccorda i fili e semina nuove radici di crescita. Con queste valutazioni inizialiMelissa Turchi  introduce le pagine del romanzo La casa di Teresa.

 
 

Tutta la storia è narrativamente e ritmicamente scandita dal tempo dell’orologio, quello della settimana cruciale nella vita di Gloria.

La casa di Teresa

E’ due anni che Gloria insegue il suo desiderio più grande: l’amore per un figlio,quello che  ancora non c’è ma che viene cercato tra esami e consigli del ginecologo. Il fidanzato Marco assente per un nuovo lavoro… l’occasione giusta per rimettere a posto pensieri, emozioni, desideri: così Gloria si rifugia al mare,  nella casa di Teresa, una casa che segna il luogo della rinascita interiore e relazionale.

Qui ritrova, dopo quasi vent’anni d’assenza da quel luogo, i fili delle sue conoscenze estive dell’infanzia mentre i pensieri vanno ai momenti trascorsi lì con i genitori. Il rapporto col padre è costantemente sullo sfondo a spiegare la cornice delle sue insicurezze, lui che con i suoi silenzi prolungati e inspiegabili, agli occhi della piccola Gloria ma anche della donna,  reca il fardello di un distacco emotivamente imbarazzante. La madre è figura dell’attaccamento alle consuetudini delbon ton borghese e con i suoi schemi regolati e stabiliti approva e disapprova anche solo con lo sguardo. Ma Gloria riesce ad andare oltre.

Comincia nella casa di Teresa una nuova dimensione dell’amicizia e nella percezione interiore, tale da ribaltare le convenzioni e certe zone d’ombra in cui è stata educata.  Gloria si muove all’insegna dell’ equilibrio e della relazione interpersonale che nasce dalla spontaneità del cuore, del parlarsi, anche agitatamente, ma a cuore aperto. Con uno sguardo nuovo verso gli eventi del passato e i fatti del presente,  di cui non sveliamo l’arcano ma decisamente ricchi di sorprese, la vita personale di Gloria che si trasforma per rinascere e ripartire  contando su affetti rinnovati da un nuovo impulso vitale.

L’impronta scritturale di Melissa Turchi è amorevolmente capace di abbracciare anche eventi gravi con un tocco di leggerezza e ariosità, di cui il quotidiano di Gloria è intriso. La casa di Teresa è una storia dagli aspetti profondi, scritta in un tono immediato e nel segno di unascorrevolezza che valorizza gli aspetti dialogici nel sottolineare sentimenti e stati d’animo che riaffiorano dalla memoria e da eventi che strutturano diversamente l’esistenza.

Un romanzo con forti tratti di positività, la cui lettura è proponibile come strenna di Natale non solo per gli adulti ma anche per la fascia degli adolescenti.

INTERVISTA ALL’AUTRICE  MELISSA TURCHI

La casa di Teresa si presenta estremamente aderente a tematiche che le donne vivono e sentono in prima persona, tra le quali quella dell’attesa di un figlio e della non facilità ad averlo in molti casi. Cosa ti ha ispirato, concretamente o idealmente, questa linea di scrittura?

Mi hanno ispirato le molte storie ascoltate e vissute in presa diretta da tante donne che mi circondano, amiche o semplici conoscenti. La ricerca a tratti ossessiva della maternità o, al contrario, la decisione di non intraprendere questa strada sono argomenti dibattuti e di continuo interesse. Nei racconti delle altre, ciascuna donna può ritrovare o addirittura rivivere, anche solo in parte, uno spaccato della propria esperienza personale. In La casa di Teresa la maternità è comunque soprattutto un veicolo tramite cui la protagonista Gloria prende consapevolezza di sé e riesce a comprendersi e a intraprendere il suo percorso, dando vita a una sorta di rinascita.

 

Pensando ai luoghi descritti empaticamente, ci sono ricordi della tua infanzia che hai trasposto ne La casa di Teresa o è tutto frutto di immaginazione?

Nel romanzo c’è il mio grande amore per il mare. Sono cresciuta in un posto di mare che costituisce tuttora il mio rifugio naturale, il mio posto del cuore. Nelle descrizioni dei luoghi in cui è ambientato La casa di Teresa non ci sono ricordi precisi tratti dalla mia infanzia, ma c’è appunto l’amore per il mare. Devo confessare che nel ricreare Punta Scalzi, il luogo di fantasia dove si trova la casa di Teresa, mi sono ispirata a Zumaia, una cittadina della costa basca, arroccata sul mare e punteggiata da numerose case bianche, di cui mi sono innamorata molti anni fa.

Un inno all’amicizia tra donne emerge molto chiaro da questo romanzo e che va in controtendenza con lo “spirito di competizione” che spesso è addebitato al genere femminile. Il tuo romanzo va consapevolmente in questa direzione?

Sono cresciuta con l’idea che l’amicizia tra donne costituisca un valore aggiunto nella vita e ho sempre desiderato non solo mantenere i rapporti già esistenti ma soprattutto coltivarne di nuovi. Penso che il continuo confronto con altre donne e la condivisione delle reciproche esperienze possano essere fonte di insegnamento e di incitamento a migliorarsi. Non riuscirei a vedere il mio percorso di vita senza questa parte per me fondamentale. Così mi è sembrato naturale nel mio romanzo d’esordio evidenziare quanto possa smuovere la coesione tra le donne e quanto possa essere costruttivo il loro legame.

In questa storia due donne sono contemporaneamente incinta, un’altra cerca di realizzare questa desiderio. Ogni affermazione professionale lascia il posto, prima o poi, alla maternità come realtà che è desiderata dal cuore e dalla carne, un completamento nel percorso esistenziale a cui è difficile sfuggire. Credi che anche la maternità sia da ritenere una sorta di “conquista e affermazione” per la donna? In fondo apparteniamo ai nostri affetti?

Libro Melissa Turchi

La casa di Teresa invita proprio a una riflessione in questa direzione. La protagonista, che non si era mai guardata allo specchio senza filtri, riteneva, prima delle 168 ore in cui è ambientato il romanzo, che il divenire madre la potesse condurre a raggiungere una piena felicità. Alla fine delle 168 ore avrà una consapevolezza diversa e un’altra visione di vita frutto del percorso compiuto. Credo che queste riflessioni siano condivisibili da molte altre persone. La maternità non è un percorso obbligatorio, né per gli uomini né per le donne, e le vite delle persone possono considerarsi complete anche senza la scelta di diventare genitore.

Vi consigliamo di comprare e leggere questo libro, o meglio ancora di regalarlo per Natale 2020.

La casa di Teresa è ordinabile sul sito della Casa Editrice, in tutte le librerie e sugli store online. Ad ogni modo vi consigliamo di seguire la pagina Facebook dell’editore.





     

 
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